Expò. L'avviso comune non convince la Fiom.

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FIOM-CGIL-OKSesto San Giovanni, maggio 2014

Expo, l'avviso comune non convince la Fiom: "Doppiezza della Cgil: critica Job Act Renzi e concede flessibilità selvaggia in nome dell'Expo."

"Siamo indisponibili alle ipotesi prospettate"  "E' davvero molto sorprendente e negativo che la Cgil si dica disponibile a siglare un avviso comune per una maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro collegati a «Expo 2015» che determina e fotografa una situazione di assoluto precariato per i lavoratori, al punto che il contratto a tempo determinato e di somministrazione lavoro saranno le due forme contrattuali prevalenti per inquadrare i nuovi occupati".

Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia, boccia senza mezzi termini il confronto tra sindacati e imprese al tavolo sulle norme per sostenere l'occupazione in vista della grande evento che si svolgerà a Milano a partire dal Primo maggio prossimo.

"Addirittura - rincara la dose il segretario delle tute blu lombarde - si coniugano impropriamente due forme di contratto di lavoro, l'apprendistato professionalizzante e il contratto di somministrazione lavoro, creando un ibrido, pur di tenere sempre in scacco i lavoratori in una condizione di reale disagio e soprattutto senza prospettiva di stabilizzazione".

"Nella compiacenza verso queste logiche che da sempre come Fiom condanniamo, c'è tutta la doppiezza della Cgil, che da un lato critica il Job Act di Renzi, rimproverando una flessibilità troppo marcata, ma d'altro canto avalla la flessibilità selvaggia e la utiliuzza come dogma, perdendo di vista gli interessi dei lavoratori, che vengono sacrificati sull'altare dell'Expo".

"Con l'Expo si arriva a definire una flessibilità mansionaria come elemento da concedere agli imprenditori e senza contropartite per gli stessi lavoratori. Ed infine, cosa ancora più grave, si determinano gli elementi per congelare o stabilizzare le vertenze, spuntando le armi del sindacato e togliendo gli elementi di pressione sindacale delle imprese, ogniqualvolta faccia comodo agli imprenditori schiacciare il pulsante della flessibilità", argomenta Rota.

"Il nostro giudizio -precisa Rota - su questa ipotesi di avviso comune è estremamente negativo, in un contesto, lo ribadiamo, in cui non è necessario concedere gratuitamente alle imprese ulteriore libertà in nome dello stato di necessità, offrendo ulteriori possibilità di flessibilità in uscita e licenziamento, ovviamente sulla pelle dei loro dipendenti, precari di lungo periodo nella migliore delle ipotesi. Nei territori e nelle aziende saremo indisponibili a procedere nella direzione indicata da questo avviso comune".

"In una situazione – conclude il segretario delle tute blu - in cui anche le vicende giudiziarie hanno macchiato l'immagine dell'Expo, è davvero incomprensibile una contrattazione dove nel periodo dell'evento i lavoratori rimangono precari, mentre alla fine dell'evento rimarranno a casa senza aluna garanzia”.


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