L’emergenza sanitaria Covid-19 ha colpito duramente e lasciato segni indelebili nella società e nell’economia
sia a livello mondiale che a livello italiano, ha mostrato le fragilità di una società che ora deve mettere al entro la vita e la salute delle persone e la compatibilità ambientale come nuova visione del futuro, investendo nel lavoro che innova per migliorare la società.
I metalmeccanici con le proprie iniziative nel mese di marzo hanno contribuito a tutelare non solo la propria salute e sicurezza, ma anche quella pubblica, scioperando e contrattando hanno evitato che le aziende diventassero focolai di contagio e hanno raggiunto l’obiettivo, unico in Europa, di avere linee guida e protocolli- fino all’accordo raggiunto da Cgil Cisl e Uil con il governo e le parti datoriali- utili a ridurre il rischio contagio.
L’emergenza sanitaria vede attualmente ridursi il numero del contagio nei prossimi mesi. È quindi inaccettabile la mancanza di un piano nazionale pubblico sanitario di prevenzione (con test e tamponi) e di seri interventi per la mobilità sicura.
L’emergenza Covid-19 ha peggiorato la situazione delle crisi industriali che affrontiamo da anni nel settore siderurgia, dell’automotive e dell’elettrodomestico. A queste se ne aggiungono di nuove come quelle nel settore dell’aviotica civile e quelle delle piccole e medie imprese che con il calo dei volumi di mercato possono diventare drammatiche mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e buona parte della capacità industriale.
Il lavoro delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici è strategico per il futuro del nostro Paese in Europa. È essenziale che il Governo utilizzi le risorse nazionali ed europee per realizzare un reale “ green new deal” investendo nei settori strategici dell’industria, dalla siderurgia all’ automotive, dal motociclo al materiale rotabile, dall’elettrodomestico all’informatica, dalla cantieristica alla microelettronica e alle installazioni fino alle macchine utensili e al medicale.
L’importanza strategica dell’industria deve trovare conferma nella scelta di un piano straordinario per l’occupazione e l’ambientalizzazione dei luoghi di lavoro e dei prodotti, siano essi merci o servizi.
Si tratta di una visione che mette al centro il lavoro e l’ambiente al fine di resistere agli shock esterni a cui non possono sottrarsi i sistemi delle imprese e il governo. I metalmeccanici respingono qualsiasi tentativo di mettere in discussione la contrattazione come strumento di tutela generale delle lavoratrici e dei lavoratori e si mobilitano perché è necessario ripartire in una nuova direzione.
Ripartire vuol dire:
$1a. Blocco dei licenziamenti con ammortizzatori sociali più efficaci che garantiscano una continuità di copertura attraverso la contrattazione e la formazione;
$1b. Realizzare il Contratto collettivo nazionale di lavoro;
$1c. Confronto istituzionale sui settori principali per un piano di investimenti pubblici condizionati all’innovazione e all’occupazione stabile;
$1d. Garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro diffondendo comitati, applicando protocolli e investendo nell’Inail e nella medicina del lavoro;
$1e. Contrattare il lavoro da remoto;
$1f. Garantire diritti e salari a parità di lavoro.
A sostegno delle vertenze aperte e delle nostre proposte, ma nel pieno rispetto della sicurezza e delle regole di distanziamento sociale, convochiamo per giovedì 25 giugno una manifestazione nazionale in piazza del Popolo a Roma con la partecipazione delle rappresentanze di 100 aziende metalmeccaniche che stanno affrontando la crisi.